Il parco giochi: territorio dei bambini...

Lunedì 02 Giugno 2014

Gentile servizio parchi della provincia autonoma di Trento,

Sono una mamma che abita vicino al grande parco di Melta; lo considero un po’ la mia “residenza estiva”. Lo so, non mi appartiene, ma lo vivo ogni giorno e questo credo mi dia il diritto si sentirlo parte di casa mia. E’ lì che andiamo quando i miei bambini escono da scuola, quando i week end sono troppo incerti per avventurarsi fuori porta, o quando non abbiamo voglia di andare lontano da casa.

E' lì che insegno ai miei figli il rispetto verso gli altri bambini, le papere dello stagno, gli insetti, le ranocchie, i fiori e le piante

E’ lì che ho passeggiato con il pancione, immaginando i giorni in cui i miei bimbi avrebbero corso nei prati inseguendo una palla.

E’ lì che ho spinto una carrozzina, quando ancora non ero in grado di sedermi con entrambe le chiappe.

E’ lì che ho visto i primi passi dei miei bambini, che hanno imparato ad andare sullo scivolo, ad arrampicarsi, ad andare in bici e con i pattini.

Le dico tutto questo per farle capire perché quel parco lo sento un poco anche mio. Lo sento un po’ mio perché lo respiro tutti i giorni e so che lo sentono un po’ loro anche le altre mamme e gli altri papà che portano li a giocare i loro bambini.

Anche i ragazzi che giocano a calcio lo sentono un po’ loro, o quelli che giocano a Cricket, un gioco che non ho mai capito fino in fondo ma che ho imparato a riconoscere.

Anche le giovani coppie che si formano e si disfano sentono il parco un po’ loro, mentre si siedono all’ombra degli alberi con gli occhi innamorati che si possono avere solo nell’adolescenza, dove ogni giorno c’è un nuovo “per sempre”.

Il parco appartiene anche ai ragazzi che facendo ginnastica si arrampicano sui giochi facendo volteggi e acrobazie che incantano.

Il parco appartiene a chi corre, a chi si siede all’ombra degli alberi, a chi passa in bici... ma soprattutto appartiene ai bambini. Ai bambini che giocano e corrono, e visto che il parco appartiene a loro, il loro spazio dovrebbe essere protetto.

L’altro ieri nel parco sotto casa hanno fatto un concerto. Una festa per i ragazzi delle superiori che stanno per finire la scuola. “Bello” ho pensato “il parco appartiene un po’ anche a loro”. E’ passato qualche anno ma ricordo ancora i concerti a cui andavo da ragazza, l’emozione, il gusto del proibito e si, anche le birre bevute di nascosto. Perché diciamolo le birre bevute di nascosto ci stanno tutte.

Quello che ci sta meno sono i cocci di bottiglia sparpagliati dove giocano i bambini. Quello no, quello non lo capisco perché per quanto cerco di ripetermi che “si dai sono giovani” sono anche piuttosto convinta che il pensiero “se gioco a lanciare sassi contro le bottiglie in un prato, rischio di far del male ai bambini che giocano tutti i giorni nel parco” dovrebbe attraversare la mente degli adulti di domani.

Ho passato una domenica “interessante”, a proibire ai miei bambini di andare dove volevano, a raccogliere cocci di bottiglie dall’area giochi e a spiegare la presenza di tutte quelle bottiglie di vetro.

Hanno giocato a lapidare bottiglie piantate nel terreno. Passatempo divertente non lo metto in dubbio. Lo spiegate voi ai miei figli che non possono rotolarsi nell’erba perché ho paura che si impiantino un coccio di vetro da qualche parte?

Vi scrivo questo e vi chiedo di tenerlo presente l’anno prossimo quando si riparlerà di rifare la festa di fine anno per i ragazzi delle superiori, velo dico per non cogliervi impreparati nel caso dovesse presentarsi nei vostri uffici una donna furente perché il figlio ha camminato sopra un collo di bottiglia rotto.

Cordiali saluti.

Una mamma.


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.