Lavorare da casa, come si fa?

Domenica 10 Novembre 2013

“Ciao, che fai nella vita?”

“Lavoro da casa!”

“Fai la casalinga?”

“No. Lavoro sul web.”

“… Cazzeggi su internet!”

 “No ci lavoro proprio, sai una paga, quelle cose li…”

“….”

A questo punto di solito la gente cambia discorso, non capisce e non vuole capire. Una volta mi sono sentita dire “Sono contenta per te che ti sei trovata un lavoretto, così riesci ad essere autonoma con le tue spese.” In quel momento mi sono sentita una teenager alle prese con il primo lavoro estivo, non sapevo come prenderla: Ho avuto la tentazione di rispondere con un “Cioè sì, sai cioè, così i vecchi sono contenti!” Sono stata zitta.

Lavorare da casa si può? Io lo faccio. O per lo meno ci sto provando. Ho passato un paio di anni pessimi subito dopo il licenziamento. Siccome prospettive di un lavoro nuovo non ce ne erano io e mio marito abbiamo deciso di tentare questa strada, ci faceva comodo. Vuoi mettere qualcuno sempre a casa quando i bambini si ammalano? Abbiamo fatto di necessità virtù e ci siamo buttati in questa nuova avventura.

“Allora cerchi lavoro?”

“Sto provando a crearmene uno sul web, qualche occasione capita, adesso vedo di concretizzare il tutto”

“… insomma cazzeggi su Facebook!” “…. Sì una specie…”

Ho capito una cosa molto importante: cercare di spiegare è una perdita di tempo e ne capisco il motivo; in questa realtà che va a rotoli, dove il lavoro è un’illusione, com’è possibile che ci siano davvero persone che sono pagate per fare quello che amano di più?

Sfatiamo un mito prima di tutto: non è tutto oro quello che luccica. Me ne sono accorta in fretta. Non è semplice, stando in casa si perde la concentrazione e risulta davvero difficile rimanere focalizzati su quello che si sta facendo: le distrazioni sono innumerevoli, la lavatrice da svuotare, il bagno da pulire, lo straccio da passare, la tavola ancora apparecchiata dalla colazione che nella fretta non si è ancora arrivati a riordinare. poi, mettiamoci, se si hanno figli il percorso a ostacoli tra i giocattoli che tocca fare per raggiungere il pc e il quadro risulta completo.

E poi ci sono le amiche, quelle che ti tentano con un caffè una chiacchiera, una confidenza… come dire di no?

Sono in perenne lotta con me stessa “resta focalizzata su quello che stai facendo” e, in effetti, quello è sempre stato il mio più grande difetto: la mancanza di concentrazione. Ovviamente se si tralascia l’altro grande difetto: l’incapacità di programmare le cose per tempo (lo faccio la settimana prossima che è presto… Lo farò domani… Lo faccio dopo…. Lo faccio tra cinque minuti… Occavolo! Non ho più tempo!) Mi piace pensare che lavoro meglio sotto pressione ma, in effetti, credo che sia solo un modo per giustificare il mio perenne rimandare.

A volte mi ritrovo a rimpiangere un ufficio: un posto chiuso, magari con dei colleghi con cui parlare e sparlare, un posto dove sei solo una che… A casa sei contemporaneamente 1000 cose: una lavoratrice autonoma, una dipendente (a seconda di quello che stai facendo), una casalinga, un fattorino, una mamma, il jolly della situazione (“Amore, giacché sei a casa che non fai nulla, potresti….”, e mica puoi dire di no, tu sei a casa mentre lui fa due lavori per gestire tutta la baracca.).

Insomma che ci vuole per lavorare da casa?

Tolto l’ovvio (il materiale fisico per lavorare – che a seconda dei casi possono essere un pc e una connessione internet, gli attrezzi del mestiere e la capacità di fare quello che ci si è proposti) ci vuole:

-Faccia tosta, e capacità di sapersi vendere ("so quello che sto facendo! E lo sto facendo bene")

- Pelo sullo stomaco (e ne serve tanto per sopportare le occhiate di disapprovazione di parenti e amici “Ma come stai a casa? E il mutuo come lo pagate?

- Una forte motivazione (e deve essere davvero forte, perché i momenti di sconforto sono parecchi, anche i momenti in cui capita di rimpiangere “quel lavoro che proprio detestavate ma che almeno era sicuro”).

Capacità di mettersi in gioco, di cambiare le carte in tavola e di sapersi orientare in mezzo alle mille offerte, e questo non è per nulla semplice, ma non lo è per nessuno ormai.

- Capacità organizzativa (e su quello ci stiamo ancora lavorando...)

- Una botta di cul... ehm la fortuna di incontrare sul tuo cammino le persone giuste, che sappiano consigliarti, aiutarti e motivarti. Può sembrare banale, ma internet è un universo enorme: l'occasione perfetta potrebbe rivelarsi una gran fregatura. L'importante è andare avanti.

- Una persona alle spalle che crede in te abbastanza da permetterti di compiere un salto nel buio. Questo l’ho messo per ultimo ma in realtà è la cosa principale, perché mentre voi sarete occupate a cercare il vostro posto nel mondo sarà lui quello che dovrà sobbarcarsi tutte le spese.

Non è semplice, ma nemmeno impossibile e una volta trovata la propria strada, ci vuole una forte determinazione per non abbandonarla. Credete in voi stessi, o almeno fingete di crederci, perché ogni dubbio sulla vostra via è un macigno da sormontare.

La ricetta magica non la ho, ma sono sicura che la troverete dentro di voi!

In bocca al lupo!

E la vostra esperienza qual è? Vi va di raccontarla scirvendo a s.delia@leotron.it?

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.