Letteratura femminile in Medio Oriente

Giovedì 07 Marzo 2013

Ci sono libri che ti scelgono. Ti chiamano dagli scaffali della biblioteca, dagli espositori delle librerie, dal comodino di tua madre, dall’ombrellone di un’amica. E il loro richiamo è simile al canto delle sirene. Il mondo che si apre accettando quell’invito si fa poi fatica a chiuderlo.

È stato così che la giovane donna che aveva ancora nel cuore l’intraprendenza delle sorelle March (Piccole Donne, n.d.r.) e delle eroine della Austen, incontrò la letteratura femminile del Medio Oriente: un altro universo femminile si spalancò dinanzi a sé.

Nel giorno della festa che celebra l’affermazione e l’indipendenza delle donne in occidente, l’altra metà del mondo ci presenta un contesto politico e sociale che ha confiscato loro l’esistenza: in Iran, in Afghanistan i diritti delle donne sono ancora miraggi. Di romanzi sull’argomento oramai se ne contano a migliaia: il fil rouge che li unisce è composto di elementi riconoscibili e molto seducenti, soprattutto per la sensibilità femminile,

  • la nostalgia: la meraviglia dei paesaggi persiani e del suo orgoglio culturale rimangono nel cuore di chi è stato costretto ad andare via. Il desiderio di tornare alla ricerca delle proprie radici nella terra che è stata lo scenario delle violenze subite e delle proprie ferite ancora aperte.
  • le relazioni tra le donne: l’amicizia, la solidarietà, il coraggio, la fede, il rapporto tra madri e figlie, l’amore comune per la letteratura: le tante preziose risorse che appartengono alla femminilità, quelle che fanno tanta paura ai regimi.
  • la Storia di questi Paesi, che entra prepotentemente nella pagine delle loro storie, e non potrebbe essere diversamente.

Ho scelto qualche titolo tra quelli che mi sembrano i più belli e che rappresentano i classici di questo genere, nel tentativo di offrire la raffigurazione della stessa realtà attraverso tagli narrativi diversi:

Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, Adelphi, 2007. Lo cito per primo perché è stato il primo che ho letto sull'argomento, per cui lo amo particolarmente.
Il libro raccoglie le lezioni del giovedì mattina che l'autrice, costretta a dare le dimissioni come docente di letteratura inglese dall'Università, tiene a casa sua con le sue sette migliori studentesse. Romanzi come Lolita, Orgoglio e Pregiudizio (se si ama un po’ Jane Austen non può mancare in libreria), Cime tempestose, Il grande Gatsby vengono approfonditi alla luce delle esperienze personali e politiche delle donne che partecipano al seminario.
Ne nascono due grandi passioni: la libertà e la letteratura. Lo spazio della letteratura diventa anche lo spazio della della libertà per queste sette ragazze, della complicità, delle confidenze. Mentre fuori imperversano nefandezze e morte, loro trovano uno spazio per la Vita.
A questo libro appartiene una delle citazioni più belle sull’amore per la letteratura, che non posso fare a meno di riportare: “Un romanzo è l’esperienza sensoriale di un altro mondo. Se non entrate in quel mondo, se non trattenete il respiro insieme ai personaggi, se non vi lasciate coinvolgere nel loro destino, non arriverete mai a identificarvi con loro, non arriverete mai al cuore del libro. È così che si legge un romanzo: come fosse qualcosa da inalare, da tenere nei polmoni. Dunque, cominciate a respirare.”

 

Viaggio di nozze a Teheran di Azadeh Moaveni , Newton Compton, 2009.
Nella primavera del 2005 il «Time» invia come corrispondente a Teheran la giornalista. Azadeh Moaven di origini iraniane, ma cresciuta in California, che accetta con entusiasmo. Azadeh pensa di poter ritrovare in Iran le sue radici, la sua famiglia e la sua fede. Lì incontra Arash, brillante ingegnere che ha vissuto come lei in Occidente, di cui si innamora. I due fanno fatica a conformarsi alle consuetudini iraniane. Ma lei, testarda, contro il parere di tutti, pensa che ci possa essere una via per vivere in un Paese di fatto dittatoriale.
Nonostante il titolo, non aspettatevi una storia d’amore. L'incontro con Arash piuttosto mette l'autrice protagonista di fronte a nuove sfide nella società, data la sua condizione prima di convivente e poi di moglie e madre.
Il taglio è decisamente quello di una giornalista che fa luce sulle contraddizioni della censura, il dilagare della corruzione che questa comporta, la condizione delle donne e dei bambini, senza dimenticare di amare moltissimo il Paese di cui parla.

Colazione da Starbucks di Laura Fitzgerald, Piemme, 2009.
Una ragazza iraniana riceve come regalo dai genitori un viaggio in Arizona, che ha più il significato di un invito alla fuga che il dono di un viaggio di piacere.
Solo che Tamila ha a disposizione solo tre mesi per cercare marito e poter rimanere in America (causa scadenza del visto), e così la sorella che vive già lì le organizza ogni genere di incontro con i ragazzi iraniani immigrati. Da una parte gli incontri con tipi uno più bizzarro dell'altro, e dall'altra le sue prime conoscenze con i ragazzi americani creano una serie di situazioni da commedia degli equivoci, che ne fanno una divertente chick lit a lieto fine. L'ironia e il romanticismo sono i veri protagonisti di questo romanzo, senz’altro il meno amaro delle letture che riguardano la donna in Iran.

Mille splendidi soli di Khaled Hosseini, Piemme, 2007 Mariam, figlia illegittima, finirà sposa involontaria di un uomo trent’anni più vecchio di lei. L’impossibilità di dargli un figlio lo farà diventare estremamente violento, e lo porterà a prendere come seconda moglie un’altra ragazza, con la quale intreccerà un rapporto profondissimo.
Mille splendidi soli esplora i misteri del rapporto madre-figlia, dell'amicizia tra donne e della condizione femminile a Kabul; sullo sfondo c'è la storia dell'Afghanistan attraverso la monarchia, la repubblica, il colpo di stato comunista del 1978, l'invasione sovietica, la vittoria dei mujahiddin del 1989, l'avvento dei talebani, la guerra del 2001.

La piccola sarta di Kabul di Tzemach Lemmon Gayle. Sperling & Kupfer 2011.
Afghanistan, settembre 1996: i talebani sono alle porte di Kabul. Ben presto la città cadrà vittima della ferocia della dittatura, e molti sono costretti a fuggire. Kamila si arma di coraggio e sceglie di non arrendersi: impara a cucire, confeziona abiti che poi vende di nascosto e crea una scuola clandestina di sartoria.
Determinata ed eroica, riuscirà a dare lavoro e speranza a oltre cento donne. Un racconto straordinario di speranza, di coraggio e di solidarietà femminile.

Il libraio di Kabul  di Seierstad Åsne, Rizzoli, 2008.
Una giovane giornalista norvegese entra a Kabul al seguito delle truppe alleate. Molto presto incontra Sultan Khan, il libraio. Nella sua bottega, inizia a parlare di letteratura, di cultura, della situazione del Paese, ma anche della sua famiglia.
Viene accolta a casa Khan e diventa testimone di amori proibiti, di matrimoni combinati, di reati e punizioni, di ribellioni giovanili, e della severità con la quale la società islamica detta ancor oggi i modi in cui ciascuno deve vivere la propria vita.

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Gabriella D'Ippolito

Mi chiamo Gabriella D'Ippolito. Bibliotecaria per passione e per professione. Sono mamma di tre bambini.

Nel tempo libero faccio la moglie, la manager per gli eventi mondani dei miei figli e la lettrice compulsiva. Vivo con la consapevolezza che, nonostante tutto, questi sono i miei anni migliori.