Tutta colpa delle stelle - John Green

Domenica 02 Febbraio 2014

Adoro leggere, ma le recensioni dei libri sono sempre state il mio punto debole: i protagonisti dei libri che leggo diventano miei amici, compagni di avventure, persone che sento talmente vicine e reali che a volte sarei tentata di mandare loro un messaggio.

Mi capita spesso, durante la lettura di pensare “appena lo finisco farò una recensione fantastica!” Poi il libro finisce e io mi sento talmente vuota che non ho voglia di parlarne, di scrivere... mi sento tradita da quelle persone di carta che, dopo aver fatto un tratto di strada con me, hanno deciso di continuare il loro cammino da soli : va da sè, sentirsi tradita non è lo spirito giusto per scrivere una bella recensione ad un libro letto.

Ecco perché ho deciso di scrivere “in corsa” cosa ne penso del libro “Tutta colpa delle stelle. L’amore è una malattia da cui non si vuole guarire”.

Ho cominciato a leggerlo per caso, è uno dei 2500 libri presenti sul mio e-reader, avevo dato una scorsa veloce alla trama e mi aspettavo tutt’altro “una ragazza grazie ad un farmaco sperimentale guarisce dal cancro e si innamora di un ragazzo, reduce da un osteosarcoma”, insomma, 2 sopravvissuti con un passato comune che costruiscono il loro futuro: disdegno solitamente le storie tristi, adoro i lieto fine, quelli scontati che fanno sospirare, perché ho bisogno di sapere che le cose andranno bene. Mi piace credere nel lieto fine lo trovo rassicurante.

Questo incipit per farvi capire con che spirito ho iniziato la lettura. Quello che non sapevo è che mi sarei scontrata con un racconto realistico, a tratti crudo, realistico in modo disarmante: difficilmente con il cancro ci sarà un lieto fine.

Ora sono a metà lettura. Sospiro per un lieto che temo di non trovare, i protagonisti Hazel e Augustus, sono reali, due adolescenti con i loro sogni e i loro difetti che combattono giornalmente la loro battaglia contro il cancro.

La crudezza della realtà ci viene presentata dai “difetti” di chi abita questo libro. Hazel, con un tumore ai polmoni, magra, senza forme e con la faccia gonfia per colpa dei medicinali, si trova, suo malgrado innamorata di Augustus, un ragazzo che con una sigaretta spenta in bocca irride la morte.

Augustus pare aver vinto la sua battaglia contro un osteosarcoma (un cancro alle ossa) ma il cancro se ne è andato portandosi via la sua gamba. Così un ragazzo diciassettenne , promessa del basket scolastico si ritrova a fare i conti con un arto artificiale che gli impedisce di muoversi agevolmente e con gli ormoni in subbuglio tipici di un adolescente.

In questo libro viene sdoganato un grande tabù: si ironizza sulla morte, Hazel e Augustus, ci convivono tutti i giorni, vedono morire i loro amici del gruppo di sostegno di cui fanno parte. Hazel è reale, arrabbiata, insicura affronta il presente (non si sofferma a pensare al futuro, sa che per lei non ci sarà futuro) con un'ironia pungente che conquista. O meglio, conquisterebbe chiunque se non fosse che, dal giorno della diagnosi, si è chiusa in un fagotto fatto di solitudine.

Augustus, è un raggio di speranza che illumina la vita dei suoi genitori e dei suoi amici prima e la vita di Hazel poi.

La madre di Hazel forte e determinata è la roccia che sostiene tutta la famiglia. Il padre, personaggio tutto sommato marginale dell'intera storia, si impone prepotentemente come il padre di tutti noi: perso, disperato, assorbito nel lavoro quel tanto che basta per non pensare al futuro che lo attende.

In questo libro non ci sono cattivi, ci sono solo persone vere con dei sentimenti veri con delle reazioni reali, non stereotipate.

In Tutta colpa delle stelle si parla della riconquista della vita, che per quanto breve e imperfetta è degna di essere vissuta. Hazel piano piano si rende conto che il cancro fa parte di lei, ma “non è lei”. Non è pronta ad innamorarsi, sa che la sua morte ferirebbe Augustus nel profondo, ma lo stesso si prepara per affrontare il suo presente.

Augustus, all’apparenza forte mostra lentamente la sua vulnerabilità. E’ pronto a soffrire pur di aiutare Hazel, impossibile non parteggiare per il loro amore.

Insomma sono a metà di questo romanzo orribilmente bello che si legge in un soffio. E’ corto, scelta voluta immagino, per simboleggiare la vita limitata di un’adolescente che deve venire a patti con la morte.


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.