Divise a scuola: genitori e scuole divisi (appunto)

Mercoledì 27 Luglio 2016

Nelle scorse settimane un assessore della Provincia di Trento ha fatto una proposta che mi ha lasciata un po’ perplessa: introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado l’utilizzo della divisa scolastica. Ogni scuola avrebbe avuto il suo simbolo, la Provincia avrebbe dato degli aiuti economici per l’acquisto, ci sarebbero stati sponsor (!) per abbassare i costi.

Fin qui tutto bene. Beh insomma. È una questione che si ripropone ogni anno in tutto il globo terracqueo. La divisa a scuola…perché? Le ragioni espresse dall’assessore sono state semplici e chiare: ridurre le diversità tra studenti, evitare ritorsioni sui ragazzi che non possono permettersi abiti firmati, sviluppare il senso di appartenenza.

Divise scolastiche si o no: come sempre scatta la bagarre

Genitori e docenti non hanno opinioni unanimi. Chi la ritiene una grande idea, chi invece non ne vede l'utilità. Inevitabilmente nel gruppo facebook di mamme e papà scatta la bagarre. Non si risparmiano polemiche tra favorevoli e contrari. Lo dico subito: io ero contraria.

Le ragioni del sì erano evidenti. E sensate.

  • Le divise sono comode, non devi comprare troppi vestiti diversi, spendi meno.
  • Le divise rendono meno evidenti le diversità, evitano quelle fastidiose prese in giro tra studenti abbienti e meno abbienti, tra chi veste firmato e chi non può permettersi il Moncler,…
  • Le divise creano appartenenza alla scuola, ti senti parte di un gruppo
  • Le divise, che bello. Da piccoli noi…

Le ragioni del no erano altrettanto sensate

  • Le divise non sono comode. I bambini si sporcano spesso, ne devi acquistare almeno 3 o 4 e continuare a lavarle (personalmente non ho molto tempo da dedicare a lavatrici e ferro da stiro). Non sono poi a buon mercato, anzi. Il fatto che gli sponsor ne abbassassero i prezzi era quasi inquietante.
  • Sarò stata fortunata io ma firmato sì, firmato no, tra gli amici dei miei figli non è un problema. Anzi, lo sento sempre meno come un fattore distintivo. Forse vent’anni fa, per noi, la firma era uno status symbol, oggi non più, non come prima. Lo smartphone lo è, i viaggi, le attività extrascolastiche lo sono, l’abbigliamento no.
  • Perché dobbiamo vestirci tutti uguali per sentirci parte di un’istituzione? Questa è la parte che mi disturba di più. Parliamo tanto di valorizzare le peculiarità di ognuno e poi? Anche come mi vesto dice molto di me. Certo non sarà una divisa a rendermi omologato… o forse sì? Abbiamo già a che fare con una generazione egomaniaca, forzarli a rappresentare la propria scuola con una divisa uguale per tutti non sarà la soluzione.

E se la divisa non la volessi adottare?

Ci siamo posti la questione come genitori, io e mio marito. In molti paesi, soprattutto anglosassoni, la divisa è una cosa normale e accettata. Non crea problemi di omologazione. Ma, diciamocelo, le scuole del Nord Europa hanno anche un’impostazione e uno standard un po’ diversi.

Alcune scuole in Italia hanno adottato l’utilizzo delle divise scolastiche e la cosa è stata accolta dalla maggioranza dei genitori senza problemi. Sebbene in una scuola di Montignoso nel 2011, tra la Versilia e la Alpi Apuane, qualche genitore si sia rifiutato di farla indossare ai propri figli. Questo ha portato la dirigente a fare affermazioni piuttosto decise: "Mi hanno diffidato dal prendere provvedimenti nei confronti dei loro figli - spiega la dirigente - quindi cercherò di capire le motivazioni. Credo però che sia una indubbia sconfitta del genitore. Disubbidire a una regola o imporre al figlio di non rispettarla, sebbene adottata con un procedimento democratico lungo un anno, credo che per un educatore sia un vero fallimento"

Io ho voluto parlarne con i miei figli, cercando di non mostrare il mio parere. La risposta la immaginate vero? Ma e se io mi rifiutassi di far indossare la divisa scolastica ai miei figli passerebbe un messaggio negativo verso l’istituzione scolastica? Insegnerei a non rispettare le regole?

Oppure sarebbe una presa di posizione comprensibile per loro? Se un’istituzione prende una decisione che io ritengo vada a ledere un mio diritto, questa decisione deve essere comunque rispettata e considerata giusta agli occhi dei bambini?

Comunque la proposta di legge non è passata, per fortuna. In ogni caso fossero solo questi i problemi, saremmo nel migliore dei mondi possibili…

E voi cosa ne pensate? Divise sì o divise no?


Annalisa Aloisi Annalisa Aloisi su Facebook

Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..