"Bambino, tu qui non puoi entrare!"

Martedì 19 Gennaio 2016

«A causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione, in questo locale non è gradita la presenza di bambini minori di cinque anni, nonché l’ingresso di passeggini e seggioloni per motivi di spazio». Questo il cartello affisso fuori da un ristorante di Roma che ha generato una lunga serie di commenti indignati. A me invece, vi dirò, questo cartello rassicura. Un po' mi turba, la "mancanza d'educazione" dei passeggini, ma tant'è, mi rassicura lo stesso: se devo andare in un ristorante so per certo quale evitare.

Non mi capita spesso di andare al ristorante con i bambini (ma neanche da sola per quello), anzi, è una cosa recente, fino ad un anno fa al ristorante non ci mettevamo proprio piede. Perché? Perché tempi di attesa lunghi, spazi ristretti e mancanza di giochi sono caratteristiche che rendono un posto insopportabile per i miei figli e di conseguenza un incubo per noi genitori.

Cerco di andare sempre in posti alla loro misura: questo non significa che sono cresciuti allo stato selvaggio (oddio a volte anche si) o che non cerco di dare dei limiti, solo che se devo scegliere tra "andiamo in un ristorante al chiuso" e "facciamo una passeggiata in montagna e poi mangiamo nella malga", scelgo la seconda.

Quando mi capita di uscire con loro al ristorante vado alla ricerca di determinate caratteristiche:

  • Spazio per muoversi e, se possibile, uno spazio per giocare, Una volta siamo stati seduti sulla terrazza di un ristorante per 2 ore mentre i bambini giocavano nel prato. Nessuno si è annoiato e, anche se il servizio era piuttosto lento, nessuno ha sbuffato.
  • Menù adatto e servizio veloce (quando un bambino ha fame ha fame).
  • Personale che sa trattare con i bambini. Ho un episodio che mi aveva colpito particolarmente, l'anno scorso a capodanno siamo andati a mangiare con i nonni in un ristorante cinese, uno di quelli che vanno per la maggiore in questo periodo dove prendi tutto quello che vuoi e paghi un fisso. Samuel si era intestardito che voleva mangiare solo frutta e si siede a tavola con la sua scodellina con pezzi di mela e mora cinese. Passa un cameriere guarda nel suo piatto e gli dice "non puoi mangiare solo frutta, ci sono tante cose buone! Vieni con me a vedere!"
    Samuel lo guarda, ci guarda, scende dalla sedia lo prende per mano e vanno via insieme. Dopo qualche minuto torna con un piatto di ravioli al sugo che inizia a mangiare con gusto. Ecco. In quel ristorante so che i miei figli saranno sempre ben accetti.

In un ristorante dove c'è un cartello con scritto "qui i bambini non possono entrare" so che non troverò pazienza, ne libretti per bambini, ne grandi spazi per giocare ne un cameriere che prende per mano un bambino che vuole mangiare solo frutta. Un cartello del genere, mi è di grande aiuto per fare una cernita tra i ristoranti, posso evitarlo perché so che non è un ristorante per famiglie.

In ogni caso capisco quello che intende questo signore, non sono i bambini il problema, ma certi genitori che non danno regole ai bambini, e che non riescono a capire che magari, loro figlio, in certi posti anche no. Solo che avrebbe dovuto scrivere "vietato l'ingresso ai maleducati, di qualsiasi età, sesso, categoria e religione". Solo che forse poi si sarebbe trovato il ristorante vuoto.

Ci sono un sacco di posti che "anche no" con i miei figli. Lo so, lo accetto, non discuto. So per esempio che portare Samuel in un negozio di mobili è follia perché si nasconde negli armadi. Evito e vivo bene lo steso!





Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.