Come i bambini fanno il futuro dell’economia

Sabato 21 Febbraio 2015

La mattina, tra le 7 e le 7.15 ascolto il tg. È l’unica concessione che faccio ai tg di entrare nella mia vita. E puntualmente il nostro sistema economico mi lascia perplessa. La Grecia e i suoi debiti. Noi con i nostri prestiti (alla Grecia), la BCE con le sue pretese, la borsa sulle giostre, le banche che falliscono e le banche che fanno fallire, Equitalia…. Ma in che razza di tortuoso labirinto siamo finiti.

Poi guardo mio figlio, quarta elementare, e capisco molte cose. Esiste un’economia sotterranea di cui non abbiamo che qualche vago sentore. No, non è il nero, non fatturato, ‘ma si dai, non farmi fattura!’, di quello il sentore lo abbiamo eccome. Fa parte del dna ormai, evoluzione della specie (o involuzione, dipende).

Si tratta invece di un’economia emotiva, isterica e anarchica. È “l’economia del cortile”! L’economia degli scambi, del baratto, che ogni bambino di tutte le epoche, in ogni parte del mondo sa praticare come il più esperto dei broker. Chi di noi non ha fatto scambio da bambino. Figurine, pupazzetti, bambolotti. Io scambiavo figurine di Georgie, ciucci di plastica a ciondolo, Sgorbions e Paciocchini. Chi se li ricorda?

Da qualche tempo invece osservo, come un’antropologa sbarcata in Papua Nuova Guinea (con lo stesso rischio di diventare parte del pasto), questa forma arcaica e futurista di economia. Chiaramente, essendo mamma di maschi osservo lo scambio di Lego. Beh c’è di che scrivere una tesi di economia (alternativa).

Questi ragazzini ricevono kg di Lego in regalo, li costruiscono, fanno contenti mamma e papà per un po’, e poi li smontano. Inizia lo scambio! Gli omini di Lego sono ovviamente la moneta di scambio, gli spiccioli sono armi, mantelli, Chi (strane sfere del potere del mondo di Chima) e porta-Chi.
Gli scambi sono frenetici come a Wall Strett.

Provate a seguirmi: Mattia scambia Dart Fener a Carlo in cambio di Lavel, poi Emmet con Matteo in cambio di una guardia di Star Wars, e uno scambio dietro l’altro finchè alla fine soddisfatto scambia Gandalf con….Dart Fener. Ebbene sì, però Dart Fener è fondamentale per avere l’arma super-iper-ultra sonica del tal dei tali. Solo che Matteo voleva 3 omini in cambio della spada, e lui, che aveva solo il mantello del mago e il drago di Lego Castle, ci ha guadagnato anche una carta di Yu Gi Oh. Tutto questo in 15 minuti!

No, non sperate di capirlo. Ve l’ho detto, è un’economia emotiva. Un mantello può valere una spada o 5 omini, i ragni del castello del vampiro possono essere scambiati per un personaggio di Lego Friends (l’unica concessione fatta al mondo femminile la fanno se si tratta di Lego!), dipende dal bambino.

Ma dipende anche dal momento, è un’economia isterica. Stamattina Mattia ha giurato che mai avrebbe scambiato Emmet con il pezzo forte (avete visto ‘the Lego Movie’?), neanche se gli avessero offerto 10 omini. Oggi pomeriggio lo ha messo in cartella, pronto a scambiarlo per le armi di Lego Chima.

È un’economia anarchica. E proprio in quanto tale tutti alla fine sono soddisfatti. Soddisfano la necessità del momento di avere proprio quel pezzo e poi via, verso qualcosa di nuovo. Tornano a casa super contenti. È bene? È male? Non capiscono il valore degli oggetti o forse non danno troppa importanza agli oggetti e di più, finalmente, allo scambio sociale? Sperimentano una nuova economia o hanno troppi giocattoli e non li sanno più apprezzare? Io non lo so, non so neppure se devo intervenire oppure no, perché qualche disavventura e qualche incidente diplomatico lo abbiamo pure avuto. Perché l’occasione fa l’uomo ladro, letteralmente.

Però a volte li invidio, perché il baratto è così semplicemente perfetto. In un mondo ideale, certo, però lo è. E stiamo in qualche modo ricercando questa semplicità. Creiamo gruppi di scambio e baratto su Facebook, nascono iniziative di offerta di beni e servizi in cambio di un soggiorno in Bed&Breakfast (http://www.settimanadelbaratto.it/ e http://www.barattobb.it/ ), insomma noi ci proviamo a tornare alla semplicità. Perché la complicata economia che abbiamo costruito nei secoli inizia a dare segni di cedimento, ci ha appesantito e stancato. Abbiamo bisogno di leggerezza, abbiamo bisogno di tornare bambini.

Ne abbiamo parlato a cena, i bambini vivono di baratto.

Mattia:“Mamma, ma erano gli uomini primitivi che praticavano il baratto! Stai insinuando che noi bambini siamo uomini primitivi?”

Mamma (dopo un silenzio in cui ponderavo come rispondere): “No, secondo me siete avanti anni luce. I primitivi siamo noi!”

Mattia: “Allora torniamo al baratto! Ci autoproduciamo le cose e poi le scambiamo con quello che ci serve!”

Papà: “Una volta si poteva, avevi il tuo campo, i tuoi animali, avevi quello che ti serviva e quello che avevi in più lo scambiavi con quello che ti mancava.”

Mattia: “Allora torniamo tutti contadini! L’inquinamento finisce, non distruggiamo più le foreste e viviamo tutti felici!”

Che giusti i bambini!





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Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..